La Béatrice, Charles Baudelaire

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Tu mi suicidi, così dolcemente.
Eppure ti morirò un giorno.
Io conosceremo questa donna ideale
e lentamente nevicherò
sulla sua bocca.
E forse pioverò anche se faccio tardi,
anche se volgo al sereno.
Noi amate così poco i nostri occhi
E crollerà questa lacrima
senza ragione, ben inteso,
e senza tristezza.
Senza.

– Robert Desnos

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Nostalghia

Si oscura la vista.
La mia forza sono due occulti dardi adamantini;
si confonde l’udito per il tuono lontano
della casa paterna che respira.
Dei duri muscoli i gangli si infiacchiscono,
come bovi canuti all’aratura;
e non più, quando è notte,
alle mie spalle splendono due ali.

Nella festa, candela, mi sono consumato.
All’alba raccogliete la mia disciolta cera;
e, lì, leggete chi piangere,
di cosa andar superbi
come, donando l’ultima porzione di letizia,
morire in levità
e al riparo d’un tetto di fortuna,
accendersi postumi, come una parola.

Morire in levità, Arsenij Aleksandrovič Tarkovskij
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Nostalghia, Andrej Arsen’evič Tarkovskij (1983)

https://www.youtube.com/watch?v=cc-qS7bhK-o

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Pablo Picasso fotografato da Irving Penn.

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Edvard Munch’s grave

Vår Frelsers gravlund, Oslo, Norvegia

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The rape of Artimisia

 

“Serrò la camera a chiave e dopo serrata mi buttò su la sponda del letto dandomi con una mano sul petto, mi mise un ginocchio fra le cosce ch’io non potessi serrarle et alzatomi li panni, che ci fece grandissima fatiga per alzarmeli, mi mise una mano con un fazzoletto alla gola et alla bocca acciò non gridassi e le mani quali prima mi teneva con l’altra mano mi le lasciò, havendo esso prima messo tutti doi li ginocchi tra le mie gambe et appuntendomi il membro alla natura cominciò a spingere e lo mise dentro. E li sgraffignai il viso e li strappai li capelli et avanti che lo mettesse dentro anco gli detti una stretta al membro che gli ne levai anco un pezzo di carne”

-Sussana e i vecchioni, Artemisia Gentileschi, 1610

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Amedeo Modigliani, Pablo Picasso e André Salmon a Parigi, fotografati da Jean Cocteau.

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La combinazione dell’assurdo

 

Lautrémont dice: “Bello come l’incontro casuale di una macchina per cucire e di un ombrello su un tavolo operatorio”

Ernst spiega: “Una realtà compiuta di cui l’ingenua destinazione ha l’aria d’essere stata fissata per sempre (l’ombrello) trovandosi di colpo in presenza d’un’altra realtà assai diversa e non meno assurda (una macchina per cucire) in un luogo dove tutt’e due devono sentirsi estranee (un tavolo operatorio) sfuggirà per questo stesso fatto alla sua ingenua destinazione e alla sua identità; essa passerà dal suo falso assoluto, per il giuro d’un relativo, a un assoluto nuovo, vero e poetico: l’ombrello e la macchina per cucire faranno l’amore. Il meccanismo del procedimento mi sembra svelato da questo semplicissimo esempio. La trasmutazione completa, seguita da un atto puro come quello dell’amore, si produrrà forzatamente tutte le volte che le condizioni saranno rese favorevoli dei fatti dati: accoppiamento di due realtà in apparenza inconciliabili su un piano che in apparenza non è conveniente per esse.”

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